Al di là degli effetti spettacolari dei miracoli, che solo Gesù è capace di compiere, nonchè dei gesti che ogni essere umano potrebbe realizzare con grande semplicità, vogliamo essere presenti e pronti a dare dignità a chi l’ha persa o a chi non crede che una alternativa esiste sempre. Come Gesù è sempre attento a ogni singolo uomo o donna che incontra, anche noi dobbiamo sempre essere capaci di comunicare “in ogni situazione”. Tutti siamo in cammino, infatti Gesù a Bartimeo dice: “Va’”, invitandolo a mettersi in cammino, senza chiedergli nulla. Alla libertà di chi entra in relazione con lui, Gesù risponde potenziando questa stessa libertà, invitando il suo interlocutore a esercitare la libertà. E questa prassi di liberazione si radica in un atteggiamento che contraddistingue Gesù, al punto che possiamo intenderlo come il suo tratto specifico, peculiare: la sua capacità di cogliere e di far emergere nelle persone la fede-fiducia che le anima. Ecco come Gesù fa emergere la fede già presente nell’altro: attraverso la sua presenza di uomo affidabile e ospitale, che non dice di essere lui a guarire e a salvare, ma la fede di chi a lui si rivolge. Fede-fiducia nella vita, negli altri, prima ancora che in Dio: non è infatti possibile, per parafrasare la Prima lettera di Giovanni, “credere in Dio che non si vede, se non sappiamo credere all’altro, al fratello che si vede” (cf. 1Gv 4,20).