
Oggi è Natale ed è il giorno in cui si celebra la nascita del “Salvatore”. Il Signore si incarna in un bambino per nascere e perfino morire sulla terra. Un’esistenza, quella di Gesù, tra gli ultimi, gli ammalati, gli esclusi, i peccatori, per ridare speranza, dignità e salvezza. Il Paese è pieno di luci, mercatini, negozi e città addobbate a festa che indicano allegria e solennità per un evento caratterizzato anche dalla frenesia di un consumismo che rallegra i commercianti, ma non aiuta i più deboli, esaltandone paradossalmente le diversità e fragilità. Si, è vero, il Natale non si vive allo stesso modo. Teniamo ancora troppo soffocata la nostra ricchezza interiore e la spiritualità dell’evento che si festeggia. In ogni caso una società che non aiuta i più fragili è una distorsione del sistema, una catena di trasmissione che prima o poi s’incepperà.

Insomma, il Natale è per tutti ma non tutti nutrono speranza e serenità per il futuro. Purtroppo, le statistiche sono impietose, si diffondono sempre più povertà e disuguaglianze. Un’emergenza sociale senza precedenti, con un numero di bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza, per mangiare, che ha superato quota 600 mila, ai quali vanno aggiunti 337 mila anziani sopra i 65 anni, e 687 mila migranti stranieri.
In generale, sono quasi tre milioni gli italiani che per Natale sono costretti a chiedere aiuto per nutrirsi, facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. Ecco, dunque, come lo spirito natalizio che dovrebbe accomunare tutti allo stesso modo, avvolti in uno spirito di fraternità, gioia e condivisione, invece rende tristi e rassegnate molte famiglie. La dignità, in molti casi, ha il sopravvento, così chi ricorre all’aiuto alimentare lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritative.

Fra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto abbassare le serrande, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi, molti lavoratori a tempo determinato, autonomi o con attività colpite dalle misure contro la pandemia del Covid e dal balzo dei costi dell’energia, nonché donne, madri sole e soggetti compresi tra i 35-50 anni.
Il Natale è vero non colma le diversità, forse le accentua. Anche i dati sugli acquisti confermano la situazione di difficoltà. Infatti, circa il 10% degli italiani è in condizione di povertà assoluta. In ogni caso il Natale, che è gioia per l’avvento, a chi è deturpato dalle sofferenze non è facile trovare quella scintilla di speranza che illumina il cammino come ai tre magi. Allora auguri di pace e prosperità, coraggio, la strada è in salita ma possiamo farcela. Nel frattempo, la politica e le istituzioni s’interroghino.



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